Allontanandosi da Trieste in direzione di Monfalcone, sulla strada statale 14 poco prima del bivio per la Strada del Vallone, su un roccione carsico a sinistra si alza un caratteristico monumento, con due lupi in bronzo.
Monumento tanto caratteristico, ma del quale molti ignorano l'origine; ed ancor più numerosi coloro che ne ignorano la travagliata vita.
Il monumento ricorda i soldati della "brigata Toscana", i cosiddetti "Lupi di Toscana", che nella primavera del 1917 combatterono poco lontano da qui nel corso della Decima Battaglia dell'Isonzo.
Per prima cosa, bisogna dire che il monumento attuale non è quello originale. Il primo monumento, collocato approssimativamente nella medesima posizione, era stato inaugurato il 23 ottobre 1938.
Realizzato dal prof. Ambrogio Bolgiani dell’accademia di Brera, era abbastanza differente rispetto all'attuale: molto più grande, era costituito da tre lupi, di cui uno morente che, cadendo, trascinava con sé un'aquila, simbolo dell’Austria-Ungheria.
Questo monumento originale fu distrutto nel corso della seconda guerra mondiale, ma non è chiaro né quando né da chi.
Secondo alcuni, fu distrutto dai tedeschi nel 1944, forse per recuperare il bronzo.
Secondo altri, a distruggerlo furono invece i partigiani jugoslavi nel maggio del '45.
Il primo monumento, inaugurato nel 1938 e distrutto nel 1944 o 1945 |
Il cinegiornale "Luce" per l'inaugurazione del primo monumento
Il monumento attuale, opera di A. Righetti, fu inaugurato il 3 novembre 1951; è composto da due lupi in bronzo, simbolicamente rivolti il primo verso il monte Hermada mentre richiama il branco, il secondo invece volge lo sguardo verso il basso, come se volesse controllare il nemico.
L'inaugurazione del nuovo monumento (3 novembre 1951) |
Ma anche il nuovo monumento non ebbe vita facile.
Nella notte tra il 26 ed il 27 ottobre 1963, in seguito ad un fallito tentativo di furto il monumento fu fatto precipitare nella strada sottostante; restaurato, fu posto nuovamente in sede il 19 gennaio 1964.
In seguito, il monumento fu dipinto di vernice bianca e rossa; ed ancora, nel 1973 fu nuovamente oggetto di furto. Uno dei due lupi di bronzo, segato via dal piedistallo, fu asportato, asseritamente da dei ladri di bronzo. Tuttavia i Carabinieri riuscirono a recuperarlo una decina di giorni dopo, sepolto nell'orto di una casetta a Barcola.
Questo episodio solleva più di una perplessità sul reale movente: se il furto fosse stato consumato effettivamente solo per recuperare il metallo, difficilmente i ladri si sarebbero dati la briga di seppellirlo; ed ancor più difficile che i Carabinieri disponessero di indizi tali da portarli a colpo sicuro ad una casetta di Barcola...
Considerato anche il precedente della vernice, è molto più verosimile un atto dimostrativo, ad opera dei tanti che, da sempre, contestano la reale "italianità" di questa terra.
Sulle zampe sono visibili i segni della saldatura, dopo il restauro in seguito al misterioso tentativo di furto del 1973 |
La saldatura, sulla zampa anteriore, ha parzialmente cancellato la firma dell'autore: A. Righetti |
La lapide sottostante al monumento. Riporta la data del 2 gennaio 1964; sembra essere sovrapposta alla lapide originale (vedi foto del 3 novembre 1951) |
Talvolta, si sente dire che il monumento è stato eretto sul punto più avanzato raggiunto dai soldati della "Brigata Toscana": anche se ciò è stato ripetuto anche in atti ufficiali (l'ultimo: un'interrogazione parlamentare al ministero della Difesa del 4 dicembre 2014), non è vero: il punto più avanzato toccato dalle truppe italiane si trova qualche centinaio di metri più a nord, in prossimità dell'attuale Cartiera; o, un po' più a est, sui primi contrafforti del Monte Hermada.
Per approfondire: