domenica 20 aprile 2014

La chiesa di Santa Maria di Siaris


Alle pendici del Monte Carso, su un versante della Val Rosandra, sottostante al Cippo Comici, sorge un'antica chiesetta: Santa Maria di Siaris.
Fu edificata nel XIII sec., probabilmente sulle rovine di un'antica torre, e secondo la leggenda fu costruita per volere di Carlo Magno, sepolto in una grotta nei dintorni.
Originariamente doveva comprendere anche un piccolo monastero (i "monaci di Siaris", detti anche - comprensibilmente - "monaci sulle rocce", compaiono più volte in documenti dei secoli successivi).
Nel corso del tempo la chiesetta fu sicuramente più volte restaurata o anche completamente riedificata; il restauro più importante probabilmente è quello del 1647 (l'anno è riportato sull'architrave). Ma successivamente, fino alla fine dell'800, finì in abbandono, e la struttura attuale è principalmente frutto di vari lavori compiuti nel corso del XX secolo (ad esempio, nell'immagine più antica disponibile, risalente al 1698, la chiesa sembra esser dotata di un campanile, oggi scomparso)

Nel 1300 era prevista come meta di pellegrinaggio per i bestemmiatori, che dovevano compiere per penitenza il cammino di 12 chilometri a piedi nudi (chiunque percorra oggi gli impervi sentieri per raggiungerla si renderà conto di quanto questa penitenza fosse pesante...)

da "Historia antica, e moderna, sacra e profana, della città di Trieste"
di Ireneo della Croce;
la più antica rappresentazione della Chiesa di Santa Maria di Siaris (1698)

Sul nome "Siaris":

Non esistono etimologie convincenti per il toponimo "Siaris": secondo Cuscito deriva dalla voce ladina "serra" (sbarramento, monte, crinale), ma si tratta appunto di un'ipotesi poco convincente.
Interessante il fatto che il nome "Siaris" sia rimasto pressoché immutato nel corso dei secoli: nel 1330 viene citato più volte nella forma "Seris", che nel corso del '400 muta in "Siaris", forma definitiva conservata fino ad oggi.



Oggi la chiesa è aperta e visitabile solo in occasione delle (rare) messe che vi vengono celebrate in particolari occasioni; anche la sola visita esterna la rende però una degnissima meta per una bella escursione in Val Rosandra.

Riferimenti:

Ireneo della Croce: "Historia antica, e moderna, sacra e profana, della città di Trieste" - 1698
Sito Triestestoria

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