raccolta di curiosità, segreti e misteri (piccoli e grandi), scoperti girovagando a caso per il Carso triestino
venerdì 3 giugno 2011
vipere!
"Attento alle vipere!"
Un tormentone della mia infanzia, quando si andava in gita in Carso.
Cartelli come quello della foto erano comuni; come pure capitava che qualcuno si portasse dietro il "siero antivipera", in improbabili contenitori di polistirolo per tenerlo al fresco.
(Nella realtà il siero antivipera si deve conservare costantemente in frigorifero, ed anche così conserva per poco la sua efficacia. Inoltre, sembra che come effetto collaterale spesso provochi un imponente choc anafilattico, dalle conseguenze anche peggiori rispetto al morso della vipera...).
E qualsiasi rettile strisciante, dall'Orbettino al "carbon", immancabilmente faceva gridare "LA VIPERA!".
Già ai tempi della mia infanzia pareva un pericolo esagerato, ammantato quasi nell'alone della leggenda. In definitiva, in tutta la mia vita mi è capitato di conoscere solo UNA persona che sia stata veramente morsa da una vipera... e tutto sommato ne era uscita bene (sia pur dopo aver passato un brutto quarto d'ora).
Che poi di vipere io stesso, pur girando sistematicamente in Carso, ne ho viste talmente poche...
A parte quelle nei rettilari, l'ultima vipera la vidi quindici anni fa, in un campeggio... in Puglia.
Per un avvistamento di una vipera in Carso, devo tornare con la memoria indietro di oltre vent'anni, allorché me ne furono mostrati i resti da degli operai, che lavoravano al cantiere della nuova autostrada al Lisert.
Raramente, negli anni successivi, al massimo qualche pelle, resto della loro periodica muta.
Quindi, che il Carso sia "pieno di vipere" non è vero (tant'è che è proprio citato da Wikipedia come esemplare luogo comune).
La davo quindi quasi per estinta, almeno fino ad oggi.
Perché oggi al castelliere di Ceroglie, lungo la stretta fascia di terreno pietroso che segna il confine, l'ho finalmente vista. Una bella vipera dal corno (Vipera ammodytes), con l'inconfondibile livrea a losanghe, adulta (90 cm di lunghezza ci stavano tutti).
Se ne stava placida a prendere il primo tiepido sole e, quando mi ha sentito, come da copione si è immediatamente tuffata in qualche anfratto scomparendo immediatamente alla vista.
(Di riuscire a tirar fuori la macchinetta per scattarle una foto ovviamente non se ne parla neppure...)
Perché è giusto ribadire: la vipera è un'animale pericoloso, ma tranquillo e timido, e per niente attaccabrighe: se appena appena vi sente arrivare, se ne va senza cercare rogne.
Inoltre il suo habitat naturale ed ideale è la pietraia; boschi, boschetti e financo la macchia non le sono congeniali.
Questo è il motivo per cui oggi sono quasi scomparse: in realtà, di pietraie in Carso ne sono rimaste pochine, e quindi il suo habitat si è notevolmente ristretto. Diversa la situazione un secolo fa (ne scrivevo qui); nelle vaste pietraie che coprivano il Carso una volta la vipera prosperava, e gli "incidenti" di conseguenza molto più frequenti.
Ed infatti dov'è che oggi l'ho vista? Sulla stretta fascia di pietraia, nuda e pulitissima, che segna il confine:
Per la vipera, l'equivalente di una vera e propria oasi, assediata dalla vegetazione.
Ben ritrovata, amica vipera...
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