raccolta di curiosità, segreti e misteri (piccoli e grandi), scoperti girovagando a caso per il Carso triestino
giovedì 17 giugno 2010
storia di Olga
Grazie a Maurizio Rozza per averci regalato questa bellissima storia:
A volte il mondo sembra veramente piccolo e il destino sembra voler giocare con gli incontri tra esseri viventi.
Due anni fa, girando con il fuoristrada sul Monte Stena - piccolo cocuzzolo carsico - vidi un grande serpente che stava attraversando la pista. Mi parve di intravvedere le striature nere che contraddistinguono il corpo del cervone ( Elaphe quatuorlineata ) ... inchiodai la macchina mentre il mio collega mi guardava allibito e corsi a cercarlo per catturarlo. Emozionato, quasi lo abbracciai.
Era veramente una femmina di cervone, animale che risultava sostanzialmente estinto dal nord Italia. La liberai augurandole tra me e me buona fortuna.
Il cervone è un serpente grande, grosso ( arriva a 2,40 m.) ma assolutamente innoquo e di una tranquillità assoluta. Questo non lo mette però al riparo dal rischio concreto di essere ammazzato a bastonate da una delle tantissime persone che credono sia un dovere morale uccidere ogni essere che strisci ... cicatrici della cultura cattolica, per la quale il serpente è il sintomo del male.
Ieri pomeriggio ricevo una chiamata urgente: un enorme serpente giallo a puntini neri (??!?) è entrato nel giardino di una casa a Hrvati.
Mentre guido come un pazzo per cercare di arrivare prima che qualcuno si faccia male, cerco di ricordarmi quale strano velenosissimo serpente esotico è giallo a puntini neri ... Non mi viene in mente nulla, ma impreco comunque contro quei pazzi di trafficanti di animali e di collezionisti che stanno spargendo per il mondo animali pericolosi di tutti i tipi.
Arrivo a Hrvati e vedo agitazione e facce bianche... Corro a vedere la belva: non è giallo, non ha le macchie nere, ma ha invece le strisce scure lungo il corpo: un altro cervone? Tra gli occhi inorriditi e i gridolini degli astanti, prendo con le mani l'animale e lo sfilo delicatamente dalla siepe di rose mentre lui sbuffa come un mantice provocando la fuga definitiva degli spettatori.
E' una femmina .... è lunga circa due metri, come quella di due anni prima.. forse appena un pochino più lunga. La metto in un sacco è la porto a casa. L'indomani la libererò, lontano da luoghi dove può prendersi una badilata. Chiamo Andrea, del museo di storia naturale, per dargi appuntamento sul luogo della liberazione. Andrea quattro anni fa aveva fatto i rilievi sul primo esemplare trovato in nord italia, sempre in quella zona: i pompieri lo avevano tirato fuori dal giardino di un motel. Anche quella era una femmina. Aveva disegnato le squame della sua testa, che distinguono un individuo dall'altro. Ci incontriamo dunque per liberarla e la guardiamo: le squame e le abrasioni sul muso sono identiche. Olga (così ora si chiama) era sempre lei, e per ben due volte si era fatta trovare da me a chilometri di distanza.
Olga - ultima dei cervoni del Carso - è sopravvissuta a uomini con il bastone e cinghiali affamati e la sorte ha voluto che qualcuno chiamasse me, che la avevo abbracciata due anni prima, a salvarle la pelle.
Se vi capiterà di incontrare Olga, o un altro cervone, o un altro serpente, provate a cancellare le vostre infrastrutture culturali per un attimo.
Sedetevi davanti all'animale e ammiratelo in tutta la sua sinuosa eleganza.
Scoprirete che vi piacerà....
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