Si trova in una caverna (catasto 1255/4204 VG ) che venne scoperta nel 1965 da alcuni speleologi della Commissione Grotte Eugenio Boegan.
All’epoca era quasi completamente ostruita da detriti e pietrame; e poiché nei primi lavori di disostruzione furono rinvenuti dei frammenti di lapidi ed altro materiale di epoca romana, fu immediatamente allertata la Sovrintendenza.
Nel corso degli scavi successivamente eseguiti, oltre ai frammenti di lapidi e steli furono scoperti un ricco complesso di monete che andava dal II al IV secolo, lucerne e vasetti di ceramica nord-italica, frammenti di anfore, di tegole e tavelle.
L’insieme dei reperti permise di determinare che si trattava di un tempietto ipogeo dedicato al Dio Mitra, completo di un’ara sacrificale e di due panche longitudinali in pietra, oltre ad una serie di altre are e steli.
Furono realizzati dei calchi delle steli e delle are votive, ed il tempietto fu in parte ricostruito; oggi è quindi visitabile, sia pur con qualche difficoltà…
Trattandosi di un unicum storico e archeologico, ci si aspetterebbe una certa valorizzazione dello stesso, anche turistica… se invece volete visitarlo, armatevi di scarponi e gambe in spalla!
Per raggiungerlo: partendo dal parcheggio dell’ex mobilificio Arcobaleno, si segue un sentiero che si addentra per pochi metri, per sfociare in una larga carrareccia che seguiremo sulla sinistra.
Proseguiremo sulla carrareccia fino a raggiungere la linea ferroviaria, e poi costeggiandola e superando un ex casello (oggi trasformato in abitazione privata), e seguendo ancora per un po' a fianco della linea ferroviaria, fino a dove la carrareccia svolterà decisamente a destra per infilarsi in un sottopasso ferroviario.
Proprio in questo punto, osservando attentamente, troveremo un sentiero sulla sinistra (in realtà, poco più di una traccia) che, dopo poche decine di metri, ci porterà all’ingresso della recinzione che delimita il mitreo.
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Il tempio venne realizzato probabilmente nella seconda metà del I secolo d.C., e fu frequentato fino al IV secolo allorquando, con la diffusione del cristianesimo, in seguito agli Editti di Teodosio del 391 d.C. tutti i culti pagani furono banditi e si verificarono ovunque episodi di danneggiamento o distruzione degli antichi templi. E’ a quest’epoca quindi che possiamo far risalire la devastazione del mitreo, con un autodafé are e steli furono infrante e la grotta venne colmata di detriti…
Il tempio originario era un po’ diverso da come ci si presenta l’attuale, pur ottima, ricostruzione. La volta della grotta era più chiusa (in parte fu fatta brillare durante i lavori di sgombero, in quanto pericolante; in tal modo fu allargato l’accesso e tutta la cavità fu resa più luminosa). Inoltre, all’interno della grotta si trovava originariamente una piccola costruzione, con un tetto in coppi a due falde che copriva l’altare e le due panche.
Il culto di Mitra, o Mitraismo, ebbe la sua origine in medio oriente, e a partire dal I secolo d.C.
Si diffuse nell’impero romano per opera di legionari e mercanti (non è quindi un caso che in tale zona fosse attestata la XIII legione “Gemina”, di origine appunto orientale); tale diffusione avvenne quindi contemporaneamente (ed in “concorrenza”) al cristianesimo, e fu da quest’ultimo perseguitato.
Tuttavia, il cristianesimo deve molto al mitraismo: moltissimi rituali cristiani sono, in realtà, retaggi del mitraismo, successivamente sincretizzati nel cristianesimo.
I mitrei si trovavano quindi quasi esclusivamente in prossimità di grandi città portuali e di luoghi di guarigione.
Era un culto di tipo misterico, ovvero riservato ad iniziati, di sesso maschile, e che avevano superato delle prove (oggidì, non ci è dato di sapere in cosa consistessero queste prove).
Quindi, abbiamo poche e frammentarie informazioni sul culto e la sua ritualità – e queste poche informazioni ci arrivano dalle critiche degli antichi scrittori cristiani, o interpretando le steli rinvenute nei mitrei.
La celebrazione avveniva in ambienti sotterranei, artificiali o, più raramente, naturali; nel rituale avevano parte alcuni animali e personaggi che rappresentavano anche i sette gradi degli iniziati: il corvo (corax), un essere misterioso (gryphus), il soldato (miles), il leone (leo), il persiano (perses), il messaggero del sole (heliodromos) e infine il pater.
Nel Mitraismo l'acqua svolgeva un ruolo purificatorio importante, e spesso i mitrei sorgevano in prossimità di una sorgente naturale o artificiale - e poco distante dal mitreo di Duino troviamo le Foci del Timavo..
I mitrei erano diffusi in tutto l'impero romano; e tutt'oggi, resti di mitrei in muratura sono visibili a Roma, Napoli ed Ostia; tuttavia, come già detto, il mitreo di Duino è l'unico ricavato in una cavità ipogea.
La stele principale, sulla quale compare la dedica:
D(eo) I(nvicto) M (Mithrae) AV (lus) TULLIVS PAVMNIANVS PRO SAL (ute) ET FRATER SVOR (um) TVLLI SECUNDI ET TVLLI SEVERINI
“All’invitto Dio Mitra Tullio Paumniano offre per la salvezza sua e dei suoi fratelli Tullio Secondo e Tullio Severino”
Oltre alla dedica, si possono individuare sul bassorilievo i seguenti elementi: il Sole, la Luna, Cautes con la fiaccola abbassata, Cautopates con fiaccola alzata, Mitra con il berretto frigio, il toro sacrificato con la coda terminante in spiga, lo scorpione, il serpente, il corvo, la roccia della grotta e gli Offerenti
Oltre alla dedica, si possono individuare sul bassorilievo i seguenti elementi: il Sole, la Luna, Cautes con la fiaccola abbassata, Cautopates con fiaccola alzata, Mitra con il berretto frigio, il toro sacrificato con la coda terminante in spiga, lo scorpione, il serpente, il corvo, la roccia della grotta e gli Offerenti
L'interno del Mitreo ricostruito
In fondo, la stele principale; al fianco, le due panche in pietra su cui sedevano gli officianti; al centro, la "roccia della grotta" che fungeva da altare.Per approfondire:
- Dante Cannarella: "Guida del Carso triestino – Preistoria – Storia – Natura", Edizioni Italo Svevo – Trieste 1975
- Dante Cannarella, in “Atti della Società per la Preistoria e Protostoria” della Regione Friuli Venezia Giulia vol. III, Arti Grafiche Pacini Mariotti – Pisa 1979
- Donata Degrassi, "Le strade di Aquileia – Nuovi itinerari tra Friuli e Golfo Adriatico", Libreria Editrice Goriziana - Gorizia 2000
il documento manca di riferire sulla ben più antica e molto intensa frequentazione del sito, risalente al Neolitico, nel museo archeologico sul colle di san Giusto sono conservati frammenti di vasellame recuperati dagli scavi, nn è da escludere che la grotta del Mitreo sia in realtà un luogo di culto semplicemente "riscoperto" dalla civiltà romana, la cui origine si perde, letteralmente, nella notte dei tempi....
RispondiEliminaGiusta osservazione.
RispondiEliminaEffettivamente, il possibile nesso tra il luogo di culto mitraico ed un possibile luogo di culto preistorico varrebbe la pena di esser approfondito...
Osservo che anche il secondo mitreo di cui si ha notizia in zona (quello di Elleri) fu realizzato in una zona caratterizzata da una lunga frequentazione pre-romana...
Peraltro, la scelta di un luogo di culto dipendeva un tempo da logiche che oggi ci sono (purtroppo) del tutto aliene; mentre sarebbe del tutto normale che, seguendo le medesime logiche, i popoli protostorici ed i romani dei primi secoli d.C. avessero identificato medesime località come propizie ai loro riti...
non sapevo dell'esistenza di un mitreo a Elleri! almeno, finora! dov'era collocato di preciso? e in base a quali reperti è stato identificato? comunque vale la pena citare un altro luogo di culto plurimillenario, purtroppo devastato dagli archeologi della domenica, che hanno reso illeggibili le stratificazioni dei sedimenti con il loro scavare disordinato.... mi riferisco alle camere della grotta delle Gallerie sui margini del monte Stena, a ridosso della Val Rosandra, oltre a resti di sepolture, qui son state recuperate delle interessantissime "pintaderas", praticamente stampini per decorare il corpo con tatuaggi rituali, nonostante le sovracitate devastazioni, sono databili al neolitico, e a me personalmente suggeriscono una plausibile correlazione con la cultura di Danilo diffusa lungo tutta la costa croata e dalmata....quante e quali sorprese ancora potrebbe riservare il nostro piccolo ma vario territorio triestino?
RispondiEliminaDel Mitreo di Elleri so poco - nè sono riuscito a trovare letteratura a questo proposito. Il Mitreo vero e proprio non è stato ancora rinvenuto (e forse non lo sarà mai: quasi sicuramente era un Mitreo in muratura, e non ipogeo, e sarà stato distrutto).
RispondiEliminaLa sua esistenza è stata determinata da delle lapidi, rinvenute all'interno del castelliere di Elleri, e che indicavano appunto la presenza del Mitreo.
A Petovium, odierna Ptuj in Slovenia ci sono i resti di alcuni mitrei molto interessanti , uno è stato scoperto nella cripta di un convento in cima a un rilievo, (peraltro molto basso , Ptuj è molto pianeggiante) l'altro che ho visitato è in muratura, ottimamente conservato,( se lo paragoniamo agli altri mitrei finiti distrutti) e si trova in periferia, purtroppo in loco nn sono conservati i pregevoli bassorilievi che lo ornavano, ai tempi degli Asburgo son stati prelevati e, se non sbaglio, sono custoditi nel museo archeologico di Salzburg.....to be continued!
RispondiEliminaDel Mitreo "muggesano" si sa poco.
RispondiEliminaAl Museo archeologico di Calle Oberdan ci sono un paio di frammenti lapidei dell'altare che si dice siano stati trovati nella cinta muraria del castelliere.
Difficile collocare il Mitreo nella zona di Elleri, non essendoci cavità di rilievo.
Importante è invece la presenza di un piccolo stagno in prossimità del luogo in cui sono stati rinvenuti i frammenti.
Vari mitrei esistenti furono costruiti in prossimità di zone acquatiche paludose.
ciao, con le tue precise indicazioni sono riuscita ad arrivarci ma... che delusione! è tutto sprangato e non visitabile. che peccato!!!
RispondiEliminalia
buongiorno,
RispondiEliminafinalmente oggi io e il mio cane siamo riuscite a salire fino al mitreo...se non avessimo incrociato persone del posto che conoscevano l'esatta ubicazione non sarebbe stato possibile...non ci sono segnaletiche, nessuna indicazione, è una VERGOGNA che il sito del comune di duino dia indicazioni del tutto errate e fuorvianti, non è al primo sottopasso (quello dell'autostrada) che bisogna prendere a sinistra il sentiero in basso ma bisogna proseguire oltre il sottopasso, continuare a salire a fianco della ferrovia, arrivare alla casa privata, che sulla dx ha un sottopasso della ferrovia, e subito dopo la casa si prende un viottolo strettissimo che ti porta ad una inferiata seminascosta dalla vegetazione...dentro a questa si trova seminascosto e al chiuso il mitreo!!!! una VERGOGNA che sia chiuso al pubblico, potevano recintarlo in prossimità della scala che porta giù nella grotta e non sopra dove non è possibile vederlo!!! Che VERGOGNA questa sovrintendenza, senza alcuna attenzione verso il turista culturale che a fatica arriva alla meta...dove vanno tutti i soldi che i noi contribuenti siamo obbligati a versare a questi INCOMPETENTI??!!
anonima e suo cane
Salve, spero che questo commento, di molto successivo al precedente, sia tuttavia ancora adeguato. Sarei molto interessato a sapere se esista una pubblicazione approfondita sul Mitreo di Duino. Grazie per qualsiasi consiglio o indicazione!
RispondiEliminaFabio