Il Castelliere di Elleri al chiaro di luna, tra astri e archeologia. Sarà possibile visitarlo, in questa insolita veste, lunedì prossimo, nel corso di una particolare iniziativa: una passeggiata notturna, aperta al pubblico, destinata alla lettura della volta celeste e inserita nell'ambito delle iniziative dell'Anno internazionale dell'astronomia.
Ad organizzarla è il Comune di Muggia in collaborazione con l'Inaf (Istituto nazionale di astrofisica) e l'Osservatorio astronomico di Trieste, con la partecipazione di Divulgando, che per questo evento hanno scelto il Castelliere e il suo percorso turistico-didattico.
Inaugurato lo scorso 16 giugno, il percorso, a partire dalle 21 di luned’ sarà la meta di una passeggiata che permetterà - grazie all'intervento dell'archeologa Chiara Boscarol e dell'astronomo Mauro Messerotti - di ”leggere” l'antico insediamento in cui sono riconoscibili più fasi, dall'età del bronzo all'epoca romana, e il cielo stellato, immaginandolo anche come poteva apparire nell'antichità.
Dopo una prima spiegazione dell'origine del castelliere e della sua contestualizzazione nel territorio, del quale rimase per quasi 2.000 anni un essenziale punto nevralgico, si esploreranno le vestigia più antiche fino ad arrivare a quelle di epoca romana.
Spente le torce, verranno individuati a occhio nudo stelle e pianeti del nostro emisfero. Lasciando alle spalle il sito archeologico, nel corso della discesa lo sguardo dei partecipanti potrà spaziare su un orizzonte più vasto, permettendo di individuare ulteriori costellazioni.
Il ritrovo è fissato per le 21 presso la chiesetta di Santa Barbara. E' consigliato un abbigliamento sportivo, ma soprattutto si raccomanda di portare con sè una torcia personale.
Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere all’Ufficio cultura e promozione del Comune di Muggia (tel. 0403360340, ufficio.cultura@comunedimuggia.ts.it).
(fonte: informaTrieste!)
raccolta di curiosità, segreti e misteri (piccoli e grandi), scoperti girovagando a caso per il Carso triestino
venerdì 28 agosto 2009
domenica 16 agosto 2009
Stazione di Aurisina - 16 agosto 1917
La Stazione di Aurisina (da non confondersi con la stazioncina di Bivio d'Aurisina) ha oggi l'aspetto melanconico di un'anziana nobildonna decaduta.
Fu eretta nel 1857 a servizio della Sudbahn, o I.R. Ferrovia Meridionale, che collegava Trieste con Lubiana, e per molti anni costituì uno dei principali nodi ferroviari della zona.
Oggi la cerchereste inutilmente sugli orari, anche del più sperduto treno locale: è stata completamente abbandonata come stazione, e viene usata solo come deposito di attrezzature per la manutenzione delle linee ferroviarie; pochi treni vi transitano, senza mai fermarsi.
Data la sua importanza, e data la vicinanza al fronte, durante la prima guerra mondiale fu più volte obiettivo di bombardamenti: sia d'artiglieria, che aerei.
Particolarmente devastante fu il bombardamento del 16 agosto 1917, eseguito dalle artiglierie italiane che sparavano da dei pontoni (o "monitori") a Punta Sdobba.
Precisamente, a sparare quel giorno pare che fu il monitore "Faà di Bruno", della Regia Marina, con i suoi pezzi binati da 381 mm.
A ricordare questo episodio, una piccola lapide con la data, posta sulla facciata, sopra a quello che sembra un fiore di ferro; ma che altro non è che il rottame della granata che la colpì:
Quel piccolo fiore di ferro, che pare piccola cosa, quasi gentile, non può far capire la distruzione che portò. Vediamo, in una foto d'epoca, i danni che causò:
Fu eretta nel 1857 a servizio della Sudbahn, o I.R. Ferrovia Meridionale, che collegava Trieste con Lubiana, e per molti anni costituì uno dei principali nodi ferroviari della zona.
Oggi la cerchereste inutilmente sugli orari, anche del più sperduto treno locale: è stata completamente abbandonata come stazione, e viene usata solo come deposito di attrezzature per la manutenzione delle linee ferroviarie; pochi treni vi transitano, senza mai fermarsi.
Data la sua importanza, e data la vicinanza al fronte, durante la prima guerra mondiale fu più volte obiettivo di bombardamenti: sia d'artiglieria, che aerei.
Particolarmente devastante fu il bombardamento del 16 agosto 1917, eseguito dalle artiglierie italiane che sparavano da dei pontoni (o "monitori") a Punta Sdobba.
Precisamente, a sparare quel giorno pare che fu il monitore "Faà di Bruno", della Regia Marina, con i suoi pezzi binati da 381 mm.
A ricordare questo episodio, una piccola lapide con la data, posta sulla facciata, sopra a quello che sembra un fiore di ferro; ma che altro non è che il rottame della granata che la colpì:
Quel piccolo fiore di ferro, che pare piccola cosa, quasi gentile, non può far capire la distruzione che portò. Vediamo, in una foto d'epoca, i danni che causò:
giovedì 6 agosto 2009
Una strana storia di guerra...
Capita spesso che le cose più interessanti si scoprano mentre si sta (infruttuosamente) cercando tutt'altro...
Capita così spesso di ritrovare dimenticati cimeli di famiglia cercando gli addobbi natalizi in soffitta, oppure (più prosaicamente) di trovare il passaporto (che ormai si dava per disperso) mentre si sta cercando il contratto del proprio cellulare...
Così, mentre cercavo documenti e riscontri su tutt'altro (ed è ancora presto per dirvi l'oggetto delle mie ricerche... altrimenti vi rovino la sorpresa!) mi sono imbattuto in un curioso episodio di guerra, svoltosi nel Golfo di Trieste, ai piedi del Carso, nell'aprile del 1945.
Il 2 aprile 1945 il bombardiere B24 statunitense 44-41009, appartenente al 454th Bomb Group - 738th Bombardment Squadron stava rientrando alla base, al termine della propria missione. Giunto in prossimità di Trieste, scoppiò un incendio nel vano di carico delle bombe, e l'aereo fu costretto all'ammaraggio.
Un altro B-24 rimase a volare in circolo al di sopra del punto di ammaraggio, sia per difendere il gruppo di piloti superstiti, sia per favorire l'identificazione della posizione. Infine, giunse un idrovolante Catalina del 1st Emergency Rescue Squadron, ai comandi del cap. Milburn, che ammarò a fianco dei quattro superstiti e li recuperò. I corpi di due altri membri dell'equipaggio, deceduti, furono abbandonati e probabilmente recuperati in seguito.
Riporto dal diario di guerra (ovviamente in inglese):
Capt. Milburn and crew picked up four airmen from the 738th Bombardment Squadron, 454th B-24 Bomb Group. The bomb bay of a huge B-24 caught fire just off Trieste, and was forced to ditch. Another B-24 circled overhead until the Catalina arrived to make a landing.
Sergeants Perry L. Owens, Raymond A. Monahan, Richard J. Schmid, and
Flight Officer Howard C. Horton were taken aboard the Catalina and flown to Foggia. Two bodies were left behind for an H.S.L. to pick up.
L'episodio ebbe probabilmente più di un testimone da Trieste o dal ciglione carsico, tant'è che girarono in città parecchie voci a questo proposito... voci via via sempre più vaghe, fino a sfumare quasi nella leggenda...
Oggi, grazie alla massa di archivi disponibili più o meno liberamente e più o meno agevolmente in internet, riusciamo a reinquadrare questa leggenda all'interno della storia, e perfino a dare un volto ad uno dei protagonisti...
Capita così spesso di ritrovare dimenticati cimeli di famiglia cercando gli addobbi natalizi in soffitta, oppure (più prosaicamente) di trovare il passaporto (che ormai si dava per disperso) mentre si sta cercando il contratto del proprio cellulare...
Così, mentre cercavo documenti e riscontri su tutt'altro (ed è ancora presto per dirvi l'oggetto delle mie ricerche... altrimenti vi rovino la sorpresa!) mi sono imbattuto in un curioso episodio di guerra, svoltosi nel Golfo di Trieste, ai piedi del Carso, nell'aprile del 1945.
Il 2 aprile 1945 il bombardiere B24 statunitense 44-41009, appartenente al 454th Bomb Group - 738th Bombardment Squadron stava rientrando alla base, al termine della propria missione. Giunto in prossimità di Trieste, scoppiò un incendio nel vano di carico delle bombe, e l'aereo fu costretto all'ammaraggio.
Un altro B-24 rimase a volare in circolo al di sopra del punto di ammaraggio, sia per difendere il gruppo di piloti superstiti, sia per favorire l'identificazione della posizione. Infine, giunse un idrovolante Catalina del 1st Emergency Rescue Squadron, ai comandi del cap. Milburn, che ammarò a fianco dei quattro superstiti e li recuperò. I corpi di due altri membri dell'equipaggio, deceduti, furono abbandonati e probabilmente recuperati in seguito.
il cap. Walter B. Milburn (fonte: www.1st-7therspby.org)
Riporto dal diario di guerra (ovviamente in inglese):
Capt. Milburn and crew picked up four airmen from the 738th Bombardment Squadron, 454th B-24 Bomb Group. The bomb bay of a huge B-24 caught fire just off Trieste, and was forced to ditch. Another B-24 circled overhead until the Catalina arrived to make a landing.
Sergeants Perry L. Owens, Raymond A. Monahan, Richard J. Schmid, and
Flight Officer Howard C. Horton were taken aboard the Catalina and flown to Foggia. Two bodies were left behind for an H.S.L. to pick up.
L'episodio ebbe probabilmente più di un testimone da Trieste o dal ciglione carsico, tant'è che girarono in città parecchie voci a questo proposito... voci via via sempre più vaghe, fino a sfumare quasi nella leggenda...
Oggi, grazie alla massa di archivi disponibili più o meno liberamente e più o meno agevolmente in internet, riusciamo a reinquadrare questa leggenda all'interno della storia, e perfino a dare un volto ad uno dei protagonisti...