Da segnale fisso di mira del Monte Gurca |
Recentemente alcuni soci della Società Alpina delle Giulie hanno riscoperto un curioso manufatto sul Monte Gurca; si tratta di un “segnale fisso di mira”, ovvero di un punto fisso che materializzava il nord geografico per facilitare misure e rilievi astronomici.
Questo singolare manufatto non lo avevo mai visto prima d’oggi, anche se ne avevo già sentito parlare in passato; ma si trattava di voci vaghe, quasi di leggende, che non sapevano collocarlo con precisione né nello spazio né nel tempo: veniva definito vagamente come una colonna, un menhir, una stele o un cippo; chi diceva risalisse alla prima guerra mondiale, chi invece alla seconda, chi invece favoleggiava di celti e castellieri… mancavano solo le possibili origine atlantidee!
Data la vaghezza delle indicazioni, non ero mai riuscito a trovarlo; oggi, finalmente, ho scoperto che si trova a pochissimi metri da un sentiero ben noto, che ho percorso più e più volte...
Ai soci della SAG che lo hanno riscoperto va anche il merito di aver fatto luce sulla sua storia.
Nel 1883 Ferdinand Osnaghi (direttore dell’Accademia di Commercio e Nautica) richiese al Magistrato Civico l’autorizzazione a collocare “per scopi dell’osservatorio astronomico un segnale fisso di mira sulla cresta del monte in prossimità di Opicina”.
L’Accademia aveva infatti realizzato nel 1850 il primo osservatorio astronomico cittadino, e nel 1866 fu realizzata la specola sul tetto di palazzo Biserini (oggi sede della Biblioteca Civica, in piazza Hortis, e all’epoca sede dell’Accademia). Quindi il citato “segnale fisso di mira” si trova esattamente a nord dell’attuale Biblioteca Civica (per chi si voglia dilettare a verificare, il segnale ha coordinate 45° 41’ 16” N 23° 45’ 54”, corrispondenti secondo il riferimento Gauss Boaga a N 5060122 / E 2423842).
Probabilmente tale segnale rimase in uso solo per pochi anni. Nel 1898 l’Osservatorio astronomico fu trasferito nella sede attuale di Castel Basevi, rendendolo inutile; le operazioni di rimboschimento, avviate nel 1895, devono averlo in breve celato.
Cadde quindi nell’oblio, ed in qualche momento fu anche abbattuto (il cartello esplicativo, posto a fianco della struttura, ipotizza che sia stato abbattuto negli anni ’60; a meno che non vi siano testimonianze in tal senso, non è da escludere che sia stato demolito dall’esercito Austro-Ungarico nel corso della Prima Guerra Mondiale: doveva essere ancora identificabile, non ancora sommerso dalla vegetazione, e quindi poteva costituire un pericoloso punto di riferimento per l’artiglieria italiana).
Dopo la riscoperta è stato restaurato, con il contributo del Rotary Club Trieste Nord e per mano degli allievi di Edilmaster – Scuola Edile di Trieste.
Oggi, circondato dagli alberi, non è certamente più visibile dalla città.
Per raggiungerlo: partendo da Monte Grisa, seguiamo la stradina asfaltata della Via Crucis, e proseguiamo fino a raggiungere i limiti del bosco Burgstaller-Bidischini (individuato da un cartello ad un incrocio).
All’incrocio in questione, abbandoniamo (finalmente!) l’asfalto e prendiamo la stradina forestale a destra. Appena raggiunta la cresta, un cartello ci indicherà che 30 metri a sinistra, nel bosco, si trova il Segnale di Mira.